Torri Quadre di Novaledo

Le prime attestazioni della Torri Quadre, sebbene non riportino tale denominazione, possono essere rintracciate in documenti del 1314 e del 1346 in cui si menziona una clusa Xichi (chiusa di Siccone), sbarramento difensivo che prende il nome da Siccone da Caldonazzo, feudatario che governava sull’alta Valsugana all’epoca.
Le Torri Quadre sono due corpi quadrangolari distinti che sorgono a Est dell’abitato di Novaledo, in località Margoni, ad un chilometro circa di distanza dalla Torre Tonda di Marter, insieme alla quale avrebbero costituito un complesso fortificato difensivo: si sarebbe trattato di una chiusa per sbarrare la via del Brenta e difenderla da eventuali minacce, e che avrebbe incluso probabilmente anche lo scomparso Castel Tesobo, un tempo eretto sull’altura soprastante Roncegno. La presenza di tale complesso viario fortificato, oltre a rispondere ad esigenze di carattere strettamente militare ed economico (permetteva l’esazione fiscale grazie al dazio), era forse dovuta anche al fatto che in quest’area correva il confine politico tra i domini del principato vescovile di Trento e quelli del principato vescovile di Feltre. Nel 1346 Siccone di Caldonazzo cede le torri ad Engelmaro di Villandro come pegno per la pace che aveva posto fine alle recenti ostilità. Quando i da Carrara, signori di Padova, abbandonano la Valsugana lasciando il posto all’arciducato d’Austria, anche la difesa di confine passa ai nuovi signori. Un documento del 1373 attesta infatti la cessione da parte di Francesco da Carrara ad Alberto e Leopoldo d’Austria di una fortificazione definita "Clusa Supra lacum" in Valsugana. Nel 1385 la spedizione delle truppe vicentine ordinata da Antonio della Scala porta alla devastazione dei borghi e dei castelli della zona, fra cui anche le Torri Quadre, che vengono distrutte e mai più ristrutturate.
Seppur parzialmente crollate le due torri si conservano ancora oggi: di pianta quadrangolare, presentano aperture e feritoie strombate. Recenti studi hanno individuato proprio nella finestre del tipo “a spalletta rientrante” un elemento utile per una possibile datazione, poichè il dibattito sull’origine delle torri risulta ancora aperto: in passato alcuni ritenevano potesse trattarsi di costruzioni d’età romana connesse con la via Claudia Augusta Altinate che attraversava la valle, altri sostenevano la loro edificazione intorno all’XII, XIII secolo. La recente analisi delle aperture presenti sulle torri ha individuato una tipologia utilizzata in molti altri contesti italiani in edifici – militari ma anche di culto – d’età tardoantica, realizzati intorno al V e VI secolo; tale considerazione permette di avanzare nuove interpretazioni circa l’origine delle chiusa delle Torri Quadre.

E. POSSENTI, G. GENTILINI, W. LANDI, M. CUNACCIA (a cura di), Castra, castelli e domus murate. Corpus dei siti fortificati trentini tra tardoantico e basso medioevo. Apsat 4, 5, 6. Mantova 2013.
G. M. VARANINI, Itinerari commerciali secondari nel Trentino bassomedievale. Bolzano 1993.
A. GORFER, I Castelli del Trentino, vol. II. Trento 1987.

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