Torre di Santa Margherita

Eretta nel 1214, la torre di Santa Margherita rappresenta l’elemento difensivo fortificato di un ospizio destinato ad offrire rifugio e ristoro a pellegrini e viandanti. Edificato per volontà del principe vescovo di Trento Federico Vanga, il complesso sorgeva in un’area isolata della sinistra Adige, lungo la via che da Verona conduceva al capoluogo tridentino.
Per più di un secolo la comunità religiosa che vi risiede offre un prezioso servizio d’assistenza ai viaggiatori e ai poveri finché, alla metà del Trecento, l’ospizio viene trasformato in beneficio ecclesiastico e affidato dai principi vescovi a sacerdoti o ad amministratori laici. Negli ultimi anni del XVI secolo, ormai ridotto in rovina, viene adibito a fattoria.
Realizzata in muratura con pietre a vista tipica dell’epoca, la struttura si presenta a pianta rettangolare e raggiunge un’altezza di circa venti metri. L’accesso era garantito da una piccola porta situata a quattro metri dal suolo che si conserva tutt’ora, alla quale si accedeva presumibilmente da un ponte o da una scala in legno.
La spiccata natura difensiva della torre è ancora oggi testimoniata dalla presenza di feritoie a spacco lungo le facciate esterne e dall’apertura nella parte superiore di sei finestre ad arco ribassato, che si può supporre venissero utilizzate sia come punti d’osservazione sia come caditoie in caso di pericolo.
Gli edifici medievali – dormitori, magazzini, cucine – vengono demoliti a metà del XIX secolo per far spazio alla nuova chiesa del paese. La torre fortificata, al contrario, viene risparmiata e adattata a campanile.

A. GORFER, I Castelli del Trentino, vol. IV. Trento 1994.

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