Il circuito difensivo di Trento conta tre cinte murarie realizzate in epoche successive. La prima cinta è di epoca romana e risale al III secolo d.C. Nel corso del VI-VII secolo essa venne rinforzata e raddoppiata di spessore, tanto che nel Duecento le mura romane erano ancora conservate. Un successivo ampliamento dell’area urbana nel corso del medioevo portò all ’inglobamento della zona posta attorno alla basilica vigiliana. La costruzione di questo secondo circuito murario sarebbe avvenuta intorno al X secolo. La terza ed ultima cinta risale invece al XIII secolo e fu iniziata sotto l’episcopato di Federico Vanga. Venne realizzata per inglobare i rioni esterni alle mura antiche: il burgum di Sorbano , posto fuori dalla Portela, il burgum sorto attorno alla chiesa di San Pietro, esterno a Porta Oriola, il borgum novum fondato dai vescovi di Trento quale polo commerciale esterno alla città. Ulteriore conferma circa la costruzione dell’ultimo circuito murario si ha in un documento datato al 1226 in cui si fa riferimento alle mura romane quali murus veteris civitatis . L’accesso alla città era garantito da quattro porte principali, ovvero porta S. Martino, porta dell’Aquila, porta S. Croce e porta S. Lorenzo. Delle strutture di questi accessi oggi si conservano porta S. Margherita e porta dell’Aquila. La prima si presenta a doppio fornice - uno ad arco a tutto sesto e l'altro ad ogiva; nella parte alta al di sopra della porta vera e propria si erge una torre scudata coronata da merli a coda di rondine. La porta appare asimmetrica e molto bassa ma ciò è dovuto al suo parziale interramento causato dalle alluvioni dell’Adige. Porta dell’Aquila si presenta anch’essa a doppio fornice e si apre su Piazza Venezia con un arco gotico, mentre su via dei Ventuno si trova un arco a tutto sesto. Anche questa porta era sormontata in origine da una torre scudata sul modello di porta S. Margherita; la sagoma è oggi ancora leggibile sulla muratura. Le altre due porte - porta S. Croce e porta S. Lorenzo – sono note dall’iconografia storica. Attorno al 1830-1850 prese avvio la demolizione della cinta e il suo inglobamento nelle nuove costruzioni; del circuito antico oggi sopravvive solo qualche breve tratto isolato.
W. LANDI – V. BONOMI, Mura della città di Trento , in “Castra, castelli e domus murate. Corpus dei siti fortificati trentini tra tardo antico e basso medioevo. Schede 2” (Collana APSAT), E. Possenti, G. Gentilini, W. Landi, M. Cunaccia (a cura di), pp. 197 – 203.