L’abitato di Riva del Garda era protetto su tre lati da una cinta di mura; il quarto fronte era difeso naturalmente dalla presenza del lago. Le mura sono menzionate per la prima in un documento risalente al 1274, si tratta degli statuti in cui vengono citate anche le porte urbiche: la porta Broli che si apriva sul lato orientale del circuito murario; la porta di S. Michele che consentiva il passaggio a nord-est; la porta Montenaria o di S. Marco varco a nord- ovest. L’accesso ad occidente avveniva tramite la cosidetta porta bruciata mentre si accedeva ai territori a sud-ovest dell’abitato dalla porta del castello. In un estimo datato al 1448 si trova menzione di un fossato che “ricalcava” il percorso delle mura. Il circuito difensivo più antico risalirebbe al XII-XIII secolo e rimase a lungo sostanzialmente invariato. Gli accessi all’abitato erano sovrastati da torri scudate, ossia aperte su un lato, come testimonierebbe l’analisi delle porte di S. Marco e di S. Michele. Verosimilmente intorno al XIV secolo fu eretto il muro che chiudeva il fronte ovest della cittadina verso il Monte Rocchetta, un evento che comportò la creazione di una nuova porta chiamata per l’appunto porta Nuova . Dopo il XV secolo le mura persero la loro funzione difensiva e vennero inglobate nelle costruzioni che vi si addossavano.
M. DALBA, Mura di Riva del Garda , in “Castra, castelli e domus murate. Corpus dei siti fortificati trentini tra tardo antico e basso medioevo. Schede 1” (Collana APSAT), E. Possenti, G. Gentilini, W. Landi, M. Cunaccia (a cura di), pp. 429 – 433.