Castello di Lizzana

Vallagarina

La prima notizia documentaria relativa al castello sembra risalire al 1049 e consiste nella donazione di beni immobili situati in Vallagarina, fra cui un "castrum in Lizana", effettuata da un certo Rufino in favore del monastero di S. Maria in Organo a Verona.
La prima attestazione di un dominio signorile sulla fortificazione tuttavia risale al 1208, quando le fonti nominano per la prima volta la figura di Jacopo da Lizzana.
Il castello viene edificato sopra un massiccio dosso soprastante l’abitato di Lizzana, in posizione particolarmente adatta agli scopi militari che ne motivano la costruzione: raggiungibile solo da un lato si presenta quindi facilmente difendibile, e funge da strategico punto d’osservazione della sottostante via di comunicazione e dei castelli edificati al di là dell’Adige.
Il castello è abitato in qualità di feudo vescovile da Jacopo I da Lizzana, che esercita il suo dominio su un’ampia area tra Sant’Ilario, a Nord di Rovereto, e Serravalle. I da Lizzana, insieme ai da Brentonico e ai Castelcorno, famiglie con le quali erano imaprentati, formano una sorta di asse politco-militare. Il figlio, Jacopo II a seguito di una rivolta antivescovile viene privato del suo feudo, che viene affidato a uomini di fiducia del nuovo podestà di Trento Sodegerio de Tito. Condannato alla confisca di tutti i beni per aver parteggiato per Brescia nella guerra contro Ezzelino da Romano, comandante ghibellino fedele all’imperatore Federico II, Jacopo ottiene il perdono e gli viene nuovamente concesso il ruolo di feudatario vescovile. Nei decenni successivi la dinastia viene a trovarsi priva di eredi maschi, e pertanto i Castelbarco, grazie ad un’accorta politica matrimoniale, riescono ad entrare in possesso del castello a patire dal 1270. Nel 1289, alla morte di Leonardo, il Castello di Lizzana passa al fratello Guglielmo il Grande, su iniziativa del quale la fortificazione viene migliorata e ammodernata. I Castelbarco di Lizzana mantengono la posizione di fedeli alleati di Venezia fino alla prima metà del Quattrocento, quando la presenza della Serenissima comincia ad essere ritenuta troppo ingombrante, fatto che causa la reazione dei Veneti che nel 1439 assediano ed espugnano il castello e, dopo averlo saccheggiato, lo distruggono. Nei primi anni del Cinquecento, con la cacciata dei Veneziani dai territori imperiali operata da Massimiliano I, il Castello di Lizzana ritorna in possesso del principato vescovile di Trento. Diversi personaggi lo ricevono in feudo, sebbene si tratti ormai solamente di una fortificazione in rovina che non viene mai più resa funzionale. Nel corso della Prima Guerra Mondiale il dosso torna ad ospitare approntamenti difensivi, per la costruzione dei quali vengono abbattute le strutture preesistenti.
Dal 1936 ospita un sacrario militare dedicato ai caduti della Grande Guerra.
Dell’antica struttura, ridotta ad un rudere che affianca l’ossario militare, oggi si conserva molto poco: un grande muro e resti murari che si confondono qua è là tra i terrazzamenti agricoli rendono ostica una ricostruzione ideale di quello che una volta era stato un castello di sicura rilevanza politica e militare.

E. POSSENTI, G. GENTILINI, W. LANDI, M. CUNACCIA (a cura di), Castra, castelli e domus murate. Corpus dei siti fortificati trentini tra tardoantico e basso medioevo. Apsat 4, 5, 6. Mantova 2013.
A. GORFER, I Castelli del Trentino, vol. 4. Trento 1994.
C. A. POSTINGER, Castrum olim Lizane : sulle tracce di un castello scomparso. Rovereto 2002.

  • Tipologia: Castello
  • Localizzazione: Vallagarina
  • Comune: Lizzana

GALLERY

LOCALIZZAZIONE

  • Anonimo, 1508-1509

    In questo acquerello cinquecentesco, la rappresentazione del territorio con l'abitato di Rovereto, la zona di Nogaredo, di Mori e delle pendici del monte Biaiena, sembra abbastanza puntuale. Il Castello di Lizzana appare situato sul colle a Sud della città di Rovereto, ed il mastio, quadrangolare e merlato, risulta ancora integro. Addossati ad esso, più a Sud, compaiono uno o due edifici più bassi, in parte nascosti dal tratto settentrionale della cinta muraria merlata, e da quello che si direbbe un bastione lunato affacciato verso la valle, Il bastione appare coperto da un aguzzo tetto a cono di tipo quattrocentesco.

  • Roberto Penasa, 1979

    Ricostruzione ideale del Castello di Lizzana.

  • Bartolomeo Lucchese, 1615

    Nel cosiddetto  Codice Enipontano III, la veduta a volo d´uccello della bassa Vallagarina, da Rovereto ad Ala, inquadra il Castello di Lizzana. Il complesso, che all´inizio del XVII secolo era ridotto ad un rudere, è tuttavia rappresentato isolato sul dosso a Sud di Rovereto, identificato dalla leggenda successivamente apposta con la dicitura Lizano Castello e Villa . Attorno al mastio si raccoglono degli indecifrabili edifici minori, apparentemente più consistenti nell´estremità meridionale.

  • Matthias Burgklechner (o Burgklehner), 1611

    Nella carta seicentesca "Die fürstliche Grafschafft Tirol"   l'area adiacente all'abitato di Lizzana comprende la raffigurazione del paese, della pieve e del castello. Quest´ultimo è restituito come un complesso di grandi dimensioni, con mastio quadrangolare affacciato sulla valle ed edifici minori addossati alle mura. Da notare la massiccia costruzione merlata sottostante la torre principale. 

  • Tipologia: Castello
  • Localizzazione: Vallagarina
  • Comune: Lizzana

Il dosso dove un tempo sorgeva il Castello di Lizzana è notoriamente conosciuto con il nome di Castel Dante. All’inizio del Trecento, quando la fortificazione era la dimora di Guglielmo il Grande, secondo la tradizione locale vi fece visita Dante Alighieri. Guglielmo era in ottimi rapporti con gli Scaligeri, i signori di Verona, tanto da divenire sindaco della città per ben due mandati. Dante fu sicuramente ospite dei della Scala nel 1304, per tornare poi in città ai tempi di Cangrande. In una di queste occasioni, si sarebbe fermato al Castello di Lizzana, fatto di cui, sfortunatamente, non vi sono prove documentarie. Certo è che non risulta inverosimile ipotizzare un collegamento di quest’episodio con la visita ai Lavini di Marco: Dante, infatti, sicuramente ammirò quelle enormi pietre staccatesi dalla montagna che affiancavano la via che da Verona conduceva a Trento. Ne fu a tal punto colpito, da aprire il XII canto dell’Inferno proprio con la descrizione di quel paesaggio, simbolo dei prodigi e della forza della natura.

  • Tipologia: Castello
  • Localizzazione: Vallagarina
  • Comune: Lizzana