Il documento più antico in cui viene menzionato il Castello di Arco risale al 1196: Federico d´Arco, di fatto signore del castello e incaricato dell´amministrazione e della difesa del territorio, ricorda come la rocca fosse un bene allodiale, ossia di piena proprietà degli abitanti della Pieve del borgo omonimo.
La fortificazione venne edificata su uno sperone roccioso a controllo della foce del Sarca e dell’alta gardesana, terre che nel corso dei secoli avrebbero vissuto da protagoniste le principali vicende storiche del principato vescovile tridentino.
La storia del castello rimane strettamente legata a quella della dinastia degli Arco, insediata in questa zona dall’imperatore Corrado di Svevia alla metà del XII secolo. Presto giungono a scontrarsi con i Sejano per l’egemonia territoriale, uscendo vincitori da questa prima tappa lungo la via che li avrebbe visti divenire nel corso dei secoli una delle famiglie più influenti del principato.
Dal Duecento fino alla fine del Quattrocento il castello affronta due secoli di lotte, minacce e interferenze politiche. I Tirolo lo occupano per breve tempo, ma vengono scacciati nel 1276. Il principato vescovile di Trento, effettivo proprietario della struttura, la vende a Martino II della Scala, signore di Verona. Gli Arco riescono però ad ottenerla in feudo e ne mantengono l´amministazione. Quando la zona viene conquistata dalle truppe milanesi di Gian Galeazzo Visconti gli Arco, astuti politici, si coalizzano con quest’ultimo diventandone feudatari. Nel 1413, in seguito ad un ulteriore cambio di alleanza, riescono addirittura a diventare conti dell´ impero. A fine Quattrocento il castello subisce un assedio da parte delle truppe veneziane, durante il quale il borgo venne distrutto, ma la fortificazione resiste.
La storia del castello si interrompe nel 1703, quando viene assediato dalle truppe del generale francese Vendôme: dopo una strenua resistenza di otto giorni il castello è costretto a capitolare; le truppe francesi lo saccheggiano e lo distruggonoo facendolo saltare con la polvere da sparo.
Il castello, un tempo complesso di straordinaria vastità, si presenta oggi allo stato di rudere, pur conservando un fascino sconosciuto ad altre realtà castellane trentine. Poco o nulla si è salvato delle cinte murarie e dei bastioni che scendevano dal castello a protezione del borgo. Il recente restauro della Torre Grande ha restituito degli straordinari affreschi, preziosa testimonianza della pittura gotica in ambito trentino.
E. POSSENTI, G. GENTILINI, W. LANDI, M. CUNACCIA (a cura di), Castra, castelli e domus murate. Corpus dei siti fortificati trentini tra tardoantico e basso medioevo. Apsat 4, pp. 390-398. Mantova 2013.
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