Castel Thun viene citato per la prima volta in un atto vescovile del 1258, relativo al conferimento del dosso di Belvesino alla famiglia Thun. La concessione prevedeva il diritto di costruire un castello che prende il nome dall'omonimo dosso di “Belvesino” su cui viene edificato e che, situato tra Vigo di Tòn e Toss, garantiva alla struttura una posizione strategica di controllo sulla valle.
Primi e unici proprietari furono i signori de Tono, poi tedeschizzati in Thun, che possedevano già due fortificazioni in località la Rocchetta, al confine tra la Valle di Non e la Piana Rotaliana: quella di S. Margherita e quella di Visione, eretta alla fine del XII secolo sul dosso omonimo.
Il nucleo originario del castello, datato alla metà del XIII secolo, consisteva in un mastio probabilmente circondato da una palizzata in legno. Nei secoli successivi progressivi ampliamenti e migliorie trasformano l'edificio da modesto fortilizio a grandiosa residenza. Nel corso del Trecento all'interno della cinta sorgono diversi fabbricati e, nel secolo successivo, vengono edificati dei fabbricati anche a ridosso delle mura. Nel Cinquecento la parte residenziale viene sopraelevata e abbellita seguendo la generale tendenza del periodo, che mirava al rinnovamento architettonico e artistico secondo il gusto rinascimentale promosso dal principe vescovo Bernardo Cles. Sempre in questo periodo e fino al secolo successivo anche gli apprestamenti difensivi vengono rinnovati e ampliati.
Gli ultimi importanti interventi architettonici risalgono al Settecento e riguardano una regolarizzazione generale del palazzo, con il livellamento dei piani per il collegamento delle sale secondo il gusto del tempo.
Le invasioni napoleoniche segnano profondamente il castello, che viene saccheggiato e spogliato di gran parte degli arredi.
Con la fine del principato vescovile (1803) non solo la perdita dei proventi delle rendite ecclesiastiche, ma anche il generoso mecenatismo unito agli investimenti sbagliati di Matteo Thun, rendono irreversibile il tracollo finanziario, finché nel 1926 i proprietari sono costretti a vendere il castello anaune. L’immobile viene acquistato da Franz Thun, del ramo boemo della famiglia, la quale lo abita fino al 1982, quando il conte Zdenko muore senza lasciare eredi.
Nel 1992 il castello viene così acquistato dalla Provincia Autonoma di Trento che, dopo ingenti interventi di restauro, lo ha aperto al pubblico nell´aprile 2010.
Il castello rappresenta una delle più prestigiose residenze trentine, con numerose stanze che conservano l’arredo originale risalente a diverse epoche.
E. POSSENTI, G. GENTILINI, W. LANDI, M. CUNACCIA (a cura di), Castra, castelli e domus murate. Corpus dei siti fortificati trentini tra tardoantico e basso medioevo. Apsat 4, pp. 257-262. Mantova 2013.