Le prime fonti documentarie relative al castello risalgono al 1218, quando entra a far parte dei possedimenti della famiglia Castelbarco; circa un secolo dopo il castello risulta in comproprietà con la linea castrobarcense dei Rovione, ma nel 1387, con l´estinzione di questo ramo della famiglia, le relative proprietà passano parte in concessione al ramo castrobarcense di Avio e parte ai Castelbarco di Albano e di Gresta. Con la morte di Francesco, unico erede di Azzone, secondo la volontà testamentaria di quest´ultimo, il patrimonio, compreso il castello, viene lasciato alla Repubblica di Venezia. Nel 1440 il castello viene acquistato dalla famiglia dei Betta dal Toldo di Rovereto dopo che la Serenissima aveva alienato quasi tutti i diritti privati feudali delle ex signorie castrobarcensi in Vallagarina. Rimasto giuridicamente patrimonio inalienabile della Chiesa il castello viene rivendicato senza successo dal principe-vescovo Giorgio Hack.
Le fonti non recando informazioni riguardo agli ultimi decenni del XV secolo, periodo nel quale il castello svolge forse la funzione di osservatorio del campo veneziano di Serravalle-Chizzola. Nel 1509 le posizioni venete vengono sgomberate a causa dell´offensiva delle truppe di Massimiliano I, che occupa i castelli lagarini. Il Castello di San Giorgio in quel periodo risulta da tempo abbandonato, poiché anche il sistema viario che controllava aveva perso la sua importanza. Al tempo della guerra di successione per il trono di Spagna pare che il castello fosse minato dalle truppe francesi.
Il castello si ergeva sull´estremo crinale delle terrazze rocciose che delimitano la conca di Brentonico; i ruderi del castello disposti intorno all sommità della vetta indicano come la costruzione si adattasse rigorosamente alla morfologia della roccia. La vista sulla vallata sottostante ne faceva indubbiamente un punto privilegiato per il controllo capillare del territorio e del suo sistema fortificato.
L´intera area su cui sorgeva il castello è stata soggetta a fortificazioni durante il primo conflitto mondiale, perciò le evidenze medievali si intrecciano a quelle belliche. La fortificazione presenta una pianta vagamente ellittica delimitata da una robusta cinta di mura; l´articolazione interna, piuttosto semplice, comprendeva il mastio (probabilmente quadrangolare) e altri tre ambienti di cui non è stato possibile individuare con certezza la funzione.
E. POSSENTI, G. GENTILINI, W. LANDI, M. CUNACCIA (a cura di), Castra, castelli e domus murate. Corpus dei siti fortificati trentini tra tardoantico e basso medioevo. Apsat 5, pp. 20-25. Mantova 2013.
A. GORFER, I castelli del Trentno, vol IV, pp. 680-701. Trento 1994.