In un documento del 1144 compare in veste di testimone un certo Crescendone de Pradaja, presumibilmente signore dell’omonimo castello, ma la prima menzione della fortificazione risale ad una fonte del 1183, in cui lo si ritrova con la formula "in castro de Pradala".
Sorge nei pressi di Isera, soprastante l’antico guado di Sacco sul fiume Adige; proprio al controllo fluviale è ricollegata la frequentazione del sito fortificato già in età antica, attestata dal rinvenimento di numerose monete d’epoca romana.
Castel Pradaglia era un feudo vescovile sede di una gastaldìa: ospitava infatti un gastaldione o capitano della Vallagarina, incarico che potrebbe essere stato svolto dalla famiglia che prese il nome dalla fortificazione. I documenti attestano altresì la sua natura comunitaria: si ricorda spesso, infatti, che uomini di Brentonico, di Isera e dei villaggi limitrofi possedessero terre e casamenti presso il castello. Gli stessi uomini, come testimonia una fonte del 1216, dovevano provvedere al suo mantenimento, alla ristrutturazione e alla difesa con guardie armate. Nei primi anni del XIII secolo entra nell’orbita dei da Lizzana, che in quegli anni godevano di un vasto dominio territoriale sulla Vallagarina. Dopo lunghi anni caratterizzati da furibonde lotte feudali tra le famiglie di feudatari vescovili, i presuli e il podestà di Trento Sodegerio de Tito, nel 1272 la fortezza passa a Bonifacio Castelbarco, e da costui al fratello Guglielmo il Grande. Non trovandone menzione nel testamento del celebre signore lagarino redatto nel 1319, si è ipotizzato una spartizione del castello tra i vari rami in cui la casata era suddivisa. Nel XV secolo, a seguito dell´espansione veneziana nel territorio lagarino, le truppe della Serenissima riescono dopo alcuni tentativi di assedio ad impadronirsi anche di Castel Pradaglia, che nel frattempo aveva però perso il grande valore strategico posseduto in passato: ciò sembra essere suggerito dalla mancanza di provvedimenti di ristrutturazione da parte dei Veneziani, concentrati nella fortificazione dell’ormai più importante Castello di Rovereto. Nel 1509, durante la discesa dell’esercito imperiale di Massimiliano I, Castel Pradaglia viene assediato e distrutto.
Il fatto che da allora non sia stato più ricostruito è segno evidente della perdita di valore strategico della fortificazione.
Oggi della struttura non rimangono che parziali muri sbrecciati, il cui spessore di quasi due metri testimonia la straordinaria qualità fortificatoria un tempo posseduta.
E. POSSENTI, G. GENTILINI, W. LANDI, M. CUNACCIA (a cura di), Castra, castelli e domus murate. Corpus dei siti fortificati trentini tra tardoantico e basso medioevo. Apsat 5, pp.84-88. Mantova 2013.
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