Castel Mani

Valli Giudicarie e Rendena

Le prime attestazioni scritte relative a Castel Mani risalgono all’inizio del XIII secolo, ma risulta dubbia l’esatta datazione della prima fonte, in cui compare con il nome di "saxa Banalli", mentre nel 1282 e nel 1289 invece viene menzionato con la formula "Di Castelmanio".
Edificato a 800 m di quota, in posizione strategica sopra il piccolo abitato di Glogo, una frazione di San Lorenzo in Banale, controllava tutta la zona circostante, crocevia da dove si diramavano le strade che giungevano nelle Giudicarie, in Val di Non e nella Valle dell’Adige.
Feudo vescovile concesso dapprima agli Arco e più tardi ai Lodron, Castel Mani viene sempre considerato una fortificazione di grande efficacia difensiva, tanto che due principi vescovi vi si rifugiano in momenti di particolare pericolo: Enrico II nel 1289 e Giorgio I nel 1418. Nel corso del XV secolo passa sotto il controllo della Chiesa di Trento; nella seconda metà del secolo, per volere del vescovo Giovanni Hinderbach, viene interessato da alcuni interventi di restauro e, nel secolo successivo, Bernardo Clesio commissiona ulteriori lavori d’ampliamento e di fortificazione per far fronte alla minaccia rappresentata dalle rivolte contadine del 1525. Fino alla secolarizzazione del principato vescovile di Trento, avvenuta nel 1801, il castello è sede di capitani vescovili e di un discreto contingente di soldati. Durante le invasioni napoleoniche subisce gravi danneggiamenti per via della sua posizione straordinariamente strategica.
Oggi Castel Mani si presenta come un insieme di ruderi di difficile lettura. Poco o nulla si è conservato dell´antica fortificazione un tempo considerata dai principi vescovi sicuro rifugio in momenti di crisi. Oltre ai gravi danni subiti per mano delle truppe napoleoniche, nel corso dell’Ottocento i resti murari vengono asportati dalla popolazione e utilizzati per la costruzione del villaggio di San Lorenzo. Allo stato attuale non rimangono che un possente muro e alcuni brani delle muraglie difensive esterne.

E. POSSENTI, G. GENTILINI, W. LANDI, M. CUNACCIA (a cura di), Castra, castelli e domus murate. Corpus dei siti fortificati trentini tra tardoantico e basso medioevo. Apsat 4, pp. 358-362 Mantova 2013.
U. RAFFAELLI, Castelli del Trentino. Trento 2007.
S. VERNACCINI, Castelli e torri del Trentino. Milano 2004.
G. M. TABARELLI, F. CONTI, Castelli del Trentino. Milano 1974.

  • Tipologia: Castello
  • Localizzazione: Valli Giudicarie e Rendena
  • Comune: S.Lorenzo in Banale

GALLERY

LOCALIZZAZIONE

  • Judostlig, 1852

    L´immagine mostra un  paesaggio rupestre dominato dalla presenza dei ruderi di Castel Mani. L´edificio appare già in rovina ma conserva numerose finestre su una delle vele murarie superstiti, quella meridionale.

  • Judostlig, 1832

    I ruderi di Castel Mani, colti da Nord Ovest, dominano la sottostante valle circondata da alti monti. In primo piano è visibile la strada di accesso all´edificio, del quale si riconoscono alcuni interessanti dettagli architettonici.

  • Tipologia: Castello
  • Localizzazione: Valli Giudicarie e Rendena
  • Comune: S.Lorenzo in Banale

Come per la maggior parte dei castelli e delle rocche del Trentino, anche per Castel Mani la storiografia tradizionale d’ambito locale propone un’origine molto antica. Sarebbe stato dapprima un luogo di culto utilizzato prima da popolazioni celtiche e in seguito dai Romani, trasformandosi solamente in seguito in un sito fortificato per il controllo del territorio. A riprova di questa presunta antichità si sostenne che il nome stesso del castello ne avrebbe indicato la frequentazione romana, derivando dai Mani (Manes), le anime dei defunti venerate come divinità dai Romani.
L’ipotesi, per quanto suggestiva, non può che rimanere tale, non essendo avvalorata da fonti documentarie, materiali o archeologiche.

  • Tipologia: Castello
  • Localizzazione: Valli Giudicarie e Rendena
  • Comune: S.Lorenzo in Banale