La prima menzione scritta di Castel Madruzzo risale al 1161, quando il principe vescovo di Trento Adelpreto concede a Gumpone e a suo nipote Boninsegna, membri della famiglia Madruzzo, di edificare la fortificazione e di amministrare il territorio circostante.
Il castello sorge maestoso su di un’altura nei pressi dell’omonimo abitato, oggi nel comune di Calavino. La posizione strategica permetteva di controllare la Valle del Sarca, fondamentale via di comunicazione tra Trento e il Lago di Garda.
I Madruzzo mantengono il feudo fino all´estinzione della casata alla fine del XIV secolo. Dopo alterne vicende diviene per breve tempo proprietà della potente famiglia dei Roccabruna, che tuttavia lo abbandona presto. Alla metà del XV secolo, ormai in rovina, viene acquisito da una famiglia della Val di Non, i signori di Nanno, e pochi decenni più tardi i membri di questo ramo, ormai stabilmente legati alla nuova residenza, acquisiscono il nome di Madruzzo, una delle più potenti famiglie trentine dei secoli XVI e XVII. Sono ben quattro i Madruzzo che, nel corso di questi due secoli, occupano la prestigiosa posizione di principi vescovi di Trento, tra i quali spicca Cristoforo, cui spetta l’onore di ospitare nella propria città il Concilio di Trento, uno degli eventi più significativi della storia europea.
Sotto questa nuova e potente casata la fortificazione subisce profondi mutamenti: il castello medievale, austero e concepito per fini difensivi, mal si adattava a ospitare personaggi di rango; vengono perciò aggiunte nuove strutture residenziali e signorili.
Oggi la struttura è una residenza privata che si presenta in ottimo stato di conservazione. Sono ben riconoscibili i due nuclei che la costituiscono: la parte medievale più antica, detta castello Vecchio, è composta dalla cinta muraria e da due torri merlate risalenti al XII secolo, chiamate di Gumpone e di Boninsegna; il nucleo più recente, d’età rinascimentale, è composto da edifici residenziali e da una cinta edificata successivamente che circonda il castello Vecchio e si collega alle strutture più recenti, al cui interno vengono realizzati dei bastioni cilindrici più adatti alle tecniche militari cinquecentesche e che richiamavano quelli delle fortezze rinascimentali, come il Castello di Rovereto e Castel Beseno.
E. POSSENTI, G. GENTILINI, W. LANDI, M. CUNACCIA (a cura di), Castra, castelli e domus murate. Corpus dei siti fortificati trentini tra tardoantico e basso medioevo. Apsat 4, 5, 6. Mantova 2013.
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