Castel Drena è nominato per la prima volta nelle fonti a noi note nel 1175, quando i Sejano, probabilmente i committenti della fortificazione, lo vendono ai vicini rivali, gli Arco.
Edificata su di un aspro sperone roccioso, l’austera struttura medievale sorgeva strategicamente tra Castel Madruzzo, a Nord, e il Castello di Arco, a Sud, in contatto visivo con entrambi.
Per lungo tempo il castello subisce alterne vicende e viene più volte perso e ripreso dalla casata arcense. I continui rovesci e colpi di mano che caratterizzano la storia del castello suggeriscono quella che doveva essere la straordinaria importanza strategica del complesso castellano. Solamente dal 1398 gli Arco se ne impadroniscono definitivamente, in un’epoca in cui tuttavia erano ormai venute meno le esigenze militari d’età feudale; la rocca venne pertanto trasformata in casino di caccia signorile. Nel 1703 dopo essere dato alle fiamme dalle truppe del generale Vendôme, viene definitivamente abbandonato e lasciato cadere in rovina.
L’acquisizione da parte del Comune di Drena e i recenti restauri hanno permesso la riapertura di questo castello, di cui si possono apprezzare le spiccate caratteristiche medievali.
L’elemento di maggior impatto è sicuramente rappresentato dal mastio, che raggiunge l’altezza di venticinque metri e presenta pochissime aperture – per lo più feritoie – a rimarcare il suo carattere difensivo del castello. Al suo interno, infatti, sono stati scoperti dei sedili ricavati nelle murature, indice di come la torre fosse resa abitabile in vista di momenti di particolare pericolo. Coronato da merlature a coda di rondine, presenta tracce di sopraelevazioni risalenti a epoche diverse. Il castello è cinto da una cortina esterna, passata la quale ci si addentra nel cortile su cui si affacciano i vari edifici del complesso, tra cui le stanze adibite ad appartamenti privati. Caratteristica di Castel Drena è un’ulteriore cinta muraria interna che si sviluppa in modo concentrico rispetto alla cortina esteriore.
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